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Primitivo di Manduria: il vino, il vitigno, la storia, le caratteristiche organolettiche del re della Puglia
Primitivo di Manduria: Il Vitigno
Apice del germoglio: dritto, aperto, cotonoso, verde giallognolo con orlo rosso vinoso, colore rosso della faccia dorsale degli internodi. Foglia: di media grandezza, pentagonale, quinqueloba. Seno peziolare a lira aperta, a volte chiusa, con frequente delimitazione con nervature del bordo su entrambi i lati; seni laterali superiori a U con bordi sovrapposti, inferiori a U con bordi paralleli. Lembo ondulato, rugoso, abbastanza spesso. Nervature principali della pagina superiore pigmentate di rosso fino alla prima biforcazione. Grappolo: lungo cm 14-17, di aspetto mediamente compatto, di forma conico – cilindrica, semplice, alato o doppio; peduncolo visibile, corto, grosso, semilegnoso, pedicelli medi, verdi, con cercine evidente; pennello di media grandezza e di color giallo rossastro con sfumature violacee, separazione del pedicello dall’acino facile. Acino: sferoide, di media grandezza (mm 13-17), sezione trasversale circolare; buccia pruinosa, colorazione regolarmente distribuita di colore blu, di medio spessore; succo color vinoso; polpa dolce e succosa con sapore aromatico caratteristico.
Primitivo di Manduria: Caratteristiche
È un vino caldo, sontuoso e avvolgente, con un bouquet fruttato di prugna e ciliegie sotto spirito, marmellata di mirtilli, a cui si aggiungono fiori appassiti, note speziate e inconfondibili profumi di macchia mediterranea e sale. Al palato è strutturato, caldo, giustamente tannico, mediamente acido, morbido, leggermente salato e ben modulato con profondità di sorso e buona bevibilità di sorso, nonostante l’altra gradazione. In gioventù è di color porpora e marcatamente fruttato, con l’andare degli anni tende al colore granato-mattone e sviluppa classici aromi terziari.